Esattamente 12 anni fa , nelle sale degli Stati Uniti arriva Il Cavaliere Oscuro, il nuovo film di Christopher Nolan. sequel del fortunato Batman Begins.
Fin dalla magistrale sequenza del prologo (“Ma perché lo chiamano Joker?”/”Ho sentito che si trucca la faccia”),si poteva intuire come l’obiettivo del film fosse quello di alzare l’asticella tanto del genere cinecomic (anche se l’MCU doveva ancora esplodere) quanto del mondo dei blockbuster hollywoodiani: nel corso di due ore e mezza, in grado di mescolare elementi da gangster movie ad altri legal thriller, atmosfere noir alla fobia terroristica post 11 settembre, Il Cavaliere Oscuro si fa epopea cruda, realistica ed entusiasmante, che afferra lo spettatore e lo trascina in un’escalation di follia, nella quale il duello fra bene e male diventa uno scontro politico e sociale.
Oggi dopo ancora 12 anni, ci sentiamo di dire che l’opera di Christopher Nolan rimane uno dei migliori film di supereroi della storia del cinema. Al di là del lavoro monumentale svolto dal regista londinese, grande merito va sicuramente dato all’interpretazione del Joker firmata Heath Ledger, che si è fatto carico dell’anima oscura e folle dell’intera opera. Per l’attore raccogliere l’eredità di Jack Nicholson, villain nel Batman di Tim Burton, non era certo un’operazione semplice, il risultato finale però ha messo d’accordo tutti, con un personaggio in grado di rimanere impresso nella memoria collettiva in modo indelebile – diventando uno dei cattivi più apprezzati di sempre.
A dispetto della fama da folle psicotico (i gangster di Gotham, all’inizio, si fanno gioco di lui giudicandolo un clown pazzo), il Joker di Nolan può vantare una lucidità mentale pari a quella del suo avversario, Batman. E proprio su questo campo, “metafisico” più che fisico, prende forma un violento scontro di ideologie antitetiche.
l sogno del villain è questa volta l’anarchia totale, la sua missione è quella di dimostrare come l’unica forza in grado di muovere l’anima di Gotham, e per estensione quella degli Stati Uniti (e dunque il mondo intero), sia la pazzia. Attraverso una serie di azioni sempre più mortali e amorali, trasforma la città fittizia della DC Comics nel suo personale manicomio, nel quale tutti sono pazienti da tenere sotto osservazione, portati al limite della sopportazione.
Perfino Batman, pur di prevalere, è costretto a spingersi oltre le proprie regole, ad assottigliare il proprio confine morale, affidando al Lucius Fox di Morgan Freeman il compito ingrato di spiare tutti i cellulari della città, diventando estremista quanto il Joker ma nel senso opposto – aspirando al bene, ovviamente.
Nonostante ciò, alla fine è comunque il folle clown a trionfare, in un certo senso, poiché Batman è costretto ad addossarsi la colpa dei crimini di Harvey Dent al fine di proteggere l’integrità delle figure istituzionali di Gotham, ormai definitivamente compromesse.
Bruce Wayne non ama Batman, lo considera una sorta di bizzarro fuorilegge dedito ad agire più per esibizionismo personale che per il bene della collettività cittadina. Bruce indossa pertanto due maschere, quella del pipistrello e quella del cinico miliardario dedito solo alla bella vita. Questo suo secondo travestimento lo conduce ancor più ad una esistenza di isolamento. Il protagonista vive nell’ombra anche durante la luce del giorno, attorniato soltanto da una ristretta cerchia di uomini fidati. La maschera del pipistrello non serve a proteggere lui, ma l’incolumità dei propri cari. Batman non è un classico super eroe, èil cavaliere oscuro che si addossa i mali della città e li fa suoi per redimere Gotham dal crimine.
Diretto in modo assolutamente perfetto, coadiuvato da una fotografia, un montaggio ed una colonna sonora assolutamente divine, Il Cavaliere Oscuro spinse ai limiti ciò che il pubblico era abituato a vedere al cinema in fatto di supereroi, sia come mezzi ma soprattutto per la complessità della trama (frutto di un lavoro a quattro mani tra Christopher Nolan e il fratello Jonathan), l’inarrivabile lavoro fatto coi personaggi, le scene d’azione girate non con la CGI ma “alla vecchia maniera”.
Dopo dieci anni inutile dire che purtroppo il lavoro fatto da Nolan sia stato sostanzialmente ignorato dal mondo del cinema, che ha preferito virare sugli effettoni digitali, l’umorismo talvolta trash e un ingente quantitativo di déjà vu, piuttosto di correre quei rischi che il regista si assunse nel creare una versione dell’Uomo Pipistrello e della sua nemesi così estreme, così stratificate e in perenne evoluzione che ancora oggi ci si chiede come sia riuscito a trovare il bandolo della matassa.
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